Stanchezza o tristezza?
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Stanchezza o tristezza?
Siamo stanchi o tristi? È questo il dilemma! Prendiamo spunto dal celeberrimo quesito del terzo atto dell’Amleto di Shakespeare per introdurre un argomento tanto curioso quanto interessante. Perché spesso confondiamo la stanchezza con la tristezza e viceversa? Costantemente immersi nel tran tran quotidiano, in mille incombenze giornaliere, lavori, hobby e disguidi familiari che ci tolgono costantemente energia, spesso arriviamo a fine giornata spossati.
Questa spossatezza viene riconosciuta talvolta come stanchezza e talvolta come tristezza. Ma qual è la verità? E qual è, se c’è, la differenza tra stanchezza e tristezza? Lo scopriamo subito. Partiamo da un presupposto fondamentale, la diminuzione dell’energia fisica e mentale è propria sia della stanchezza che della tristezza. Succede spesso che sentendoci privi di forze e avendo un forte desiderio di evitare le persone e le interazioni sociali, ci convinciamo di essere stanchi. Ma la realtà potrebbe essere diversa.
La tristezza infatti, proprio come la stanchezza, induce una significativa diminuzione dell’energia nel nostro corpo e un aumento di apatia e debolezza fisica e mentale. A differenza però della stanchezza, questa sensazione di debolezza non si ferma alla mente e al corpo, ma riguarda tutto il panorama emotivo. È proprio qui che troviamo la divergenza sostanziale tra tristezza e stanchezza.
Entrambe si collegano a una sensazione di sopraffazione, ma mentre la stanchezza si concentra sul corpo e sulla mente, la tristezza abbraccia tutta la nostra interiorità e le nostre emozioni. Tutte queste sensazioni che apparentemente potrebbero sembrare negative, in realtà hanno un ruolo adattivo ben preciso per ogni essere umano. La tristezza può infatti aiutare le persone a migliorare l’attenzione ai dettagli e ridurre i pregiudizi.
Non solo, ha anche il potere di aumentare la memoria a breve e lungo termine, il nostro livello di motivazione e le interazioni sociali. Quest’ultimo punto può sembrare un paradosso, perché una persona triste tendiamo a immaginarla isolata e con poca voglia di comunicare, ma la realtà è che per aumentare l’intensità delle interazioni sociali non è necessario aumentare il numero di interazioni.
Una persona triste sa essere molto assertiva e cauta e queste caratteristiche fanno sì che venga percepita come un’interlocutrice attenta e fidata. Stanchezza o tristezza? Ora conosciamo la risposta!