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Aspetti comportamentali, cognitivi ed emozionali dell’orgasmo femminile

Approndimenti

Definire l’orgasmo, quello femminile in particolare ,non è semplice. Molti possono essere i piani di lettura; si può partire da quello biomolecolare per giungere a quello socioculturale, attraverso una carrellata di tanti livelli di scansione tra loro embricati ma che sempre sfumano uno nell’altro.

Quello che è importante però è tener presente che comunque è un evento unico,, un risultato globale, mai uguale a se stesso. Per comprendere meglio la risposta orgasmica non si può non partire dalla risposta sessuale .

Successivamente saranno approfonditi gli aspetti comportamentali, cognitivi, emozionali e affettivi.

Tutto ciò che costituisce il ciclo della risposta sessuale si verifica nel corpo.

Gli elementi salienti che sostengono il comportamento sessuale( la corteccia cerebrale ,il sistema limbico , l’ipotalamo ,i neurotrasmettitori e gli steroidi sessuali ) non solo appartengono all’organismo ma contribuiscono alla risposta sessuale e ne sono a loro volta modulati in un processo dinamico e si rispecchiano negli aspetti relazionali, cognitivi ed mozionali e tutti insieme attivano e modulano il desiderio ,l’eccitazione , la soddisfazione e l’orgasmo.

Il desiderio

Il desiderio non è solo una prima fase appetitiva ma promuove sostiene e interagisce con tutte le altre fasi.

Avere voglia di qualcosa( desiderare ,cioè ,qualcosa) , si rifà al concetto di bisogno, cioè di qualcosa che appartiene agli oggetti concreti e no, che alterando l’omeostasi della nostra persona, la spinge ad attivarsi per ristabilire l’equilibrio. Il desiderio è una emozione che spinge ad agire verso un oggetto o una situazione per soddisfare un bisogno e conseguirne piacere e gratificazione. Il desiderio sessuale può essere definito come la componente psicobiologica che precede, promuove e accompagna l’eccitazione e spinge ad attuare un comportamenti sessuale.

L’eccitazione

Comporta diversi cambiamenti fisiologici: induce aumento della frequenza cardiaca, aumento della frequenza respiratoria e aumento della pressione sanguigna.

Nella donna il seno si inturgidisce , si ha l’erezione dei capezzoli , il canale vaginale va incontro ad un aumento della profondità e dell’ ampiezza , si ha l’erezione della clitoride, avviene la lubrificazione della vagina dovuta alla trasudazione delle pareti vaginali, sotto l’influenza del sistema nervoso autonomo; l’utero aumenta di volume per l’aumentato afflusso di sangue e si innalza mentre la vasodilatazione delle e piccole e grandi labbra porta ad un cambiamento di colore della vulva verso il rosso violaceo ed a un maggiore inturgidimento della clitoride.

I tempi necessari alla donna per raggiungere un buon grado di eccitazione sono generalmente lenti e quasi mai inferiori ai 30 secondi.

Se l’attività sessuale continua per un certo tempo, il piacere soggettivamente percepito rimane costante e si parla della fase di plateau. In questa fase si ha la modificazione del terzo inferiore della vagina che tende a diventare più spessa , più turgida e quindi tende a rimpicciolire l’ostio ( l’orifizio vaginale esterno) mentre i due terzi interni rimangono beanti e si ha un maggior viraggio verso il rosso scuro delle piccole labbra

La fase di plateau è particolarmente importante nella donna perché comporta un forte aumento della tensione dei muscoli perineali, fenomeno indispensabile per la futura imminente scarica orgasmica. La vigilanza esterna si abbassa, è sempre più concentrata sui movimenti coitali e perde gradualmente l contatto con il modo esterno . E’ proiettata intensamente sulla stimolazione sessuale per mantenere lo stato di piacere soggettivo e cercare di renderlo più intenso.

La fase orgasmica

Avviene una transitoria esclusione di tutte le afferenze esterne e un massimo di percezione soggettiva di piacere accompagnata dal desiderio di prolungarla più a lungo possibile. Si tocca l’apice delle modificazioni fisiologiche e da un punto di vista soggettivo, nella scarica orgasmica , avviene, preceduta spesso da una breve fase di apnea, tutta una serie di contrazioni a carico del terzo inferiore della vagina con 0.8 secondi di intervallo cui si associano anche contrazioni anali e uterine . particolarmente caratteristica è la tensione muscolare di tutto il corpo che come scarica riequilibratrice comporta tutta una serie di contrazioni che possono coinvolgere muscoli di tutto il corpo da quelli mimici a quelli degli arti inferiori.

La fase orgasmica è da considerarsi conclusiva dal punto di vista della ricerca del piacere ed è difficilmente riconducibile ad un meccanismo meramente fisiologico.

Dopo l’orgasmo c’è la fase di risoluzione : nella donna l’orificio uterino esterno( la cosiddetta bocca dell’utero ) rimane aperto e il rilassamento delle strutture genitali porta la “ bocca dell’utero” ad abbassarsi a porsi in contatto con lo sperma eiaculato, che nel frattempo ha fatto diminuire l’acidità vaginale. Tutto questo ha la funzione di migliorare la motilità e la risalita egli spermatozoi.

Nella donna non c’è un periodo refrattario, esiste la possibilità che stimoli successivi siano in grado di riportala ad una nuova fase di eccitazione e quindi anche ad un orgasmo successivo.

La risposta sessuale presenta delle differenze fra maschi e femmine. La donna ha generalmente un minore automatismo sia per l’eccitazione che per l’orgasmo. Necessita cioè di stimoli più intensi e complessi. Il suo interesse per il sesso è meno costante rispetto all’uomo e la sua motivazione non è determinata principalmente dalla ricompensa sessuale.

Mentre nel maschio spesso si può parlare di un bisogno sessuale , quasi una necessità biologica, nella femmina questo bisogno è meno costante e spesso collegato al bisogno di affetto. Di sicurezza, di conferma della propria seduttività.

I tempi di raggiungimento dell’orgasmo nella donna sono mediamente più lunghi rispetto all’uomo ma l’intensità del piacere, soggettivamente percepito, sembra essere maggiore ,

L’orgasmo nella donna è un fenomeno complesso e difficilmente definibile .Partiamo da ciò che oggettivamente avviene. Non si “ accende” un comportamento se prima non c’è una percezione cioè una modificazione dei recettori.

Nella donna l’area più ricca di recettori nella zona genitale è rappresentata dal terzo esterno del canale vaginale e dalla clitoride.

Da queste zone partono afferenze che giungono alle corna posteriori del midollo spinale a livello dei metameri S2-S4 e ai neuroni preglangliari parasimpatici. Dalle corna posteriori, i neuroni ascendenti si proiettano sia ai centri sottocorticali arcaici, sia alla neocorteccia. Dai neuroni parasimpatici parte invece un arco riflesso semplice .La sensorialità più viscerale proveniente dall’utero, afferisce mediante il nervo ipogastrico e quella proveniente dalla vagina tramite i nervi pelvici.

Tutto ciò ci aiuta a capire la ricchezza ella capacità percettiva genitale femminile; ma la cosa più importante è la rapida proiezione degli stimoli al sistema limbico , all’ipotalamo e alla neocorteccia il che dà ragione della complessa e integrata risposta comportamentale orgasmica. Infatti alla percezione degli stimoli erogeni seguono modificazioni periferiche riflesse e modificazioni comportamentali consce.

Molti autori parlano di “ piattaforma orgasmica” riferendosi all’insieme di canale vaginale, piccole labbra, clitoride, utero e soprattutto muscoli del piano perineale con il loro patrimonio recettoriale.

Questa “piattaforma” sarebbe in grado di creare, in via riflessa, una intensa tensione muscolare e di proiettare ai centri de piacere sensazioni intense indispensabili per il vissuto orgasmico.

Il meccanismo percettivo e la conseguente risposta sono modulati dagli ormoni sia estrogeni che androgeni e dai neurotrasmettitori. L’esperienza orgasmica femminile è un evento psico-fisiologico altamente variabile e soggettivo. E’ per questa ragione che molti autori hanno riconosciuto un varie modalità di orgasmo e varie curve di risposta sessuale. Si può parlare di orgasmo vulvare o clitorideo, di orgasmo vaginale o uterino. Non vi è dubbio che tale variabilità vada messa in rapporto al fatto che l’esperienza orgasmica, nella specie umana, è una conquista femminile; è quindi un evento complesso che affonda le radici nella cultura di appartenenza e viene percepito, vissuto ed elaborato a livello intrapsichico. E’ anche per questa ragione che non è un evento automatico e così costante come nel maschio. Tutte le statistiche sulla prevalenza dell’anorgasmia sia primaria che secondaria danno percentuali piuttosto elevate che si avvicinano al 40%.

Aspetti cognitivi dell’orgasmo femminile

L’esperienza sensoriale orgasmica , diversa da donna a donna e da momento a momento nella stessa persona, oltre alla estrema difficoltà di indagarla ha alimentato diversi interrogativi. L’orgasmo è un evento unico o presenta varie tipologie? E se ci sono diversi tipi di orgasmo, quale è una giusta modalità di classificazione? Le differenze sono solo quantitative o anche qualitative?

La prima cosa da chiarire è se la donna percepisce in maniera diversa il piacere orgasmico suscitato dalla stimolazione clitoridea da quello suscitato dalla stimolazione vaginale.

Sia la letteratura che l’evidenza clinica presentano l’orgasmo clitorideo percepito come più localizzato, intenso, acuto e soddisfacente fisiologicamente.

L’orgasmo vaginale è più diffuso a tutto al corpo, prolungato, profondo e soddisfacente mentalmente.

E’ evidente che queste qualificazioni percettive non sono dovute soltanto alla diversa origine sensoriale ma all’interpretazione centrale dell’evento e quindi allo schema cognitivo di riferimento.

L’orgasmo clitorideo che è principalmente evocato con la masturbazione dà una risposta più probabile e più genitale mentre l’orgasmo coitale più complesso dà una risposta più “ difficile” ma più coinvolgente la persona.

Dato poi che il coito non stimola sollo le pareti vaginali ma anche la clitoride con la stimolazione pubica e attraverso la stimolazione della piccole labbra che confluiscono appunto sulla clitoride, la distinzione tra orgasmo clitorideo e orgasmo vaginale appare un po’ accademica.

Appare più proponibile una distinzione tra orgasmo coitale e masturbatorio.

Ad alimentare ulteriormente il dibattito c’è il fatto che la donna può provare l’orgasmo da sola o con il partner anche senza la stimolazione diretta della clitoride o delle pareti vaginali. Certamente ci sono zone erogene privilegiate come il seno ma nella donna tutto il corpo può essere fonte di piacere intenso se correttamente stimolato.

Un ulteriore aspetto della fluttuazione della risposta sessuale femminile e in particolare dell’orgasmo riguarda i grandi cambiamenti del ciclo vitale della donna .

La sessualità, nella donna, si modifica durante le varie fasi della sua vita: adolescenza, giovinezza, età adulta e menopausa caratterizzate da eventi biologici e relazionali che possono presentare delle criticità.

L’adolescenza è segnata dal menarca, dalla ciclicità mestruale, dalla comparsa dei caratteri sessuali secondari e quindi da una nuova fisicità e da una diversa immagine corporea.

La nuova dimensione fisica deve trovarsi in armonia con la maturazione affettiva e cognitiva.

L’adolescente è spinta a sperimentarsi sessualmente sempre più precocemente , l’identità sessuale si sta evolvendo non solo come percezione di sé come femmina e nell’orientamento sessuale ma anche in una consapevolezza e accettazione dei nuovi eventi biologici(mestruazioni) e dell’aspetto estetico. Questi mutamenti sono affiancati frequentemente ad una relazione sentimentale acerba e instabile che pone problemi di affidabilità del partner, di prevenzione di gravidanze indesiderate di malattie a trasmissione sessuale e di contraccezione.

Le esperienze fatte nell’adolescenza sono le premesse per una sessualità soddisfacente nella vita adulta e nella maturità. Nella donna adulta, la stabilità dello status sociale e lavorativo dovrebbe già essere raggiunta così come è più facile una soddisfacente sessualità e stabilità nella coppia. Tale condizione deve essere consolidata sia per avere un progetto di maternità come scelta consapevole e non casuale sia per mantenere l’eroticità e vivere una sessualità soddisfacente finalizzata alla qualità del rapporto con il partner.

La dimensione della sessualità nella donna adulta è quindi vissuta con più consapevolezza e maggiore sicurezza ma alcune condizioni sociali , lavorative e anche biologiche possono incidere sulla sua sessualità. Nella vita adulta l’integrità anatomo – funzionale può essere compromessa o limitata a causa di patologie relative al benessere generale e se l’identità sessuale è quasi sempre acquisita, la relazione di coppia può essere segnata dalla routine, da problemi economici o lavorativi, mentre il progetto riproduttivo, la maternità o l’infertilità, possono segnare marcatamente la soddisfazione sessuale.

La gravidanza comporta delle modificazioni endocrine , corporee,psicologiche e relazionali, nonchè la paura di nuocere al nascituro che condizionano l’attività sessuale con diminuzione di frequenza , desiderio e soddisfazione, soprattutto nel primo e terzo trimestre di gestazione.

Nel puerperio e nell’allattamento, oltre all’innalzamento della prolattina (l’ormone che stimola la produzione del latte) e al calo degli ormoni estrogeni che sembrano ridurre il desiderio e interferire con la percezione orgasmica, l’integrità dell’anatomia genitale può essere temporaneamente compromessa dall’ipotonia del pavimento pelvico o da riparazioni di lacerazione del canale vaginale.

La gravidanza ma , più in generale , la genitorialità segnano un cambiamento nella coppia uomo-donna , ora padre e madre, che deve trovare una nuova formula per vivere la propria sessualità. La maturità è caratterizzata da un evento biologico fondamentale, la menopausa. Caratterizzata dalla scomparsa della ciclicità mestruale , dalla cessazione della vita riproduttiva, dalla carenza di ormoni estrogeni con le conseguenti modificazioni dell’apparato uro-genitale.

L’allungamento della vita media della donna e il conseguente lungo permanere in questa nuova condizione( età conquistata ) , necessitano di attenzione per preservare la salute generale e sessuale. Il modo di affrontare questo cambiamento dipende sia da fattori biologici che psico-relazionali. La donna affronta una nuova ristrutturazione della propria femminilità. Questa capacità di rielaborazione dipende in gran parte dalle risorse personali, dalla qualità della relazione con il partner e dal contesto socio-culturale. Tuttavia molte donne vivono nella menopausa una rinnovata sessualità. Più serene perché non preoccupate da un’ eventuale gravidanza indesiderata, vivono un rinnovata e ritrovata intimità con il partner avendo già figli con un proprio nucleo familiare, minori ansie legate a relazioni professionali e stress lavorativi, maggior tempo libero. In questa nuova relazione la soddisfazione sessuale non è esclusa ma, molto spesso, recuperata.

Aspetti emozionali e affettivi dell’orgasmo femminile

Gli stimoli che favoriscono l’orgasmo femminile sono sia di origine esogena che endogena.

Carezze, sfioramenti, baci ecc., come pensieri, fantasie, sentimenti. Ma quello che conta di più, forse , è l’emozione che quelle carezze o quelle fantasie suscitano. Da un punto di vista emotivo vi è una continuità tra la fase di desiderio, di eccitazione e quella orgasmica. Quanto più intenso è il coinvolgimento emozionale tanto maggiore è la probabilità di raggiungere l’orgasmo. Le emozioni che si collegano all’affettività e alla sessualità si possono dividere in emozioni positive e negative e fanno parte delle anticipazioni cognitive.

Le prime fanno da tramite importante tra la percezione del momento intimo che la donna sta vivendo e la risposta sessuale. Le seconde , al contrario , ostacolano la risposta stessa. L’orgasmo può essere vissuto come ricompensa altamente gratificante, come momento altamente riequilibrante, come dono relazionale. Talora però viene percepito come perdita del controllo, come elemento perturbante, come risposta eccessiva dell’ istintualità , come debolezza e sudditanza relazionale.

Dal punto di vista biologico l’evento più importante dell’orgasmo è il picco di ossitocina che lo accompagna. Si sa , da studi scientifici, quanto l’ossitocina per la femmina e la vasopressina per il maschio siano importanti per la costruzione del legame affettivo..

Recentemente è stato dimostrato che i maschi e le femmine che per lungo tempo rapporti all’interno della coppia i geni per i recettori dell’ossitocina e della vasopressina vengono trascritti maggiormente e i relativi recettori aumentano. Questa modificazione diviene permanente.

Come è logico che sia, il trasporto emozionale varia intensamente sia a secondo alle stagioni della vita che la donna attraversa sia in relazione alle sue precedenti esperienze.

Conclusione

Come emerge chiaramente da queste argomentazioni c’è molto ancora da indagare e da capire sull’orgasmo femminile. La ricerca in questo campo presenta delle difficoltà oggettive . L’evento è complesso non solo per la varietà di meccanismi fisiologici che lo sottendono ma soprattutto per le implicazioni emozionali, cognitive, relazionali e socioculturali.

Vito Pizzo

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