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Quel che resta di agosto

Tempo di ricordi e per prepararsi a ciò che verrà

Quel che resta di agosto

Agosto è un mese che porta con sé un misto di euforia e malinconia.
È il culmine dell’estate, un tempo sospeso in cui le giornate sembrano infinite e l’aria calda invita a lasciarsi andare a nuove esperienze, a vivere l’attimo presente senza pensare troppo al futuro.
In questo contesto, gli amori che nascono ad agosto spesso portano con sé un’intensità unica, alimentata dalla leggerezza delle giornate estive e dalla magia delle notti stellate.

Amori che si dissolvono, però, con la stessa rapidità con cui sono nati come bellissime bolle di sapone che per un attimo hanno sospeso il nostro respiro.

Quel che resta di agosto,

è un miscuglio di ricordi dolceamari: momenti di passione improvvisa, sorrisi rubati, promesse sussurrate al tramonto, ma anche la consapevolezza che quelle emozioni erano legate a un tempo destinato a finire.
Gli amori appena iniziati e già finiti a fine agosto lasciano una sensazione di nostalgia, un senso di incompletezza.
Sono un’eco della vita che ci sfugge lentamente tra le mani.
Ma è proprio questa fugacità a renderli speciali.
Sono amori che ci introducono alla bellezza dell’impermanenza, alla gioia di vivere il presente senza l’ansia del domani.
E quando settembre arriverà, portando con sé la routine e le giornate più corte, quel che resta di agosto diventa un ricordo da custodire, un frammento di vita vissuta intensamente, anche se per un breve momento.
In fondo, gli amori di agosto sono come le stelle cadenti: brevi, intensi, ma indimenticabili. E forse è questo ciò che li rende così preziosi, nonostante la loro brevità.

Quel che resta di agosto.

le spiagge che cominciano a spogliarsi degli ombrelloni,
le grida dei bimbi sempre più rade e affievolite, gli ultimi raggi di un sole già stanco, la tristezza della fine di una illusione e del ritorno alla realtà.

Quel che resta di agosto,

una malinconia palpabile, un senso di conclusione che si riflette in ogni dettaglio della natura e della vita quotidiana. Le spiagge, che erano animate da una vivace confusione di colori e suoni, si mutano lentamente in distese di sabbia vuote e silenziose.
Lo sciabordio del mare sulla battigia diventa un’eco lontana che svanisce con gli ultimi raggi del sole

Quel che resta di agosto.

Questo cambiamento segna non solo la fine della stagione, ma anche il tramonto delle illusioni, quei sogni di libertà e leggerezza che l’estate ci concede. Breve è il momento del tempo dell’ozio, delle avventure senza fini apparenti. Lontane nuvole all’orizzonte ci riportano lentamente alla realtà, con la sua routine e le sue responsabilità, un ritorno velato di sottile tristezza.

Quel che resta di agosto.

C’è una sorta di dolcezza amara in questo passaggio. La fine di agosto ci costringe a fare i conti con la transitorietà delle cose, con la consapevolezza che ogni estate deve finire, che ogni illusione deve cedere il passo alla realtà. Eppure, è proprio questa consapevolezza a rendere i momenti estivi così preziosi, perché sappiamo che sono destinati a finire. Le spiagge che si svuotano, il sole che perde il suo vigore, sono simboli di un ciclo che si ripete, ma che non smette mai di commuoverci.

Quel che resta di agosto.

In questo senso, la fine di agosto non è solo un momento di malinconia, ma anche un invito a saper cogliere la bellezza anche nelle cose effimere. È un tempo da custodire tra i ricordi, è il tempo per prepararsi a ciò che verrà, sapendo che ogni fine porta con sé anche un nuovo inizio nel ciclo dell’eterno ritorno.

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